
Un viaggio millenario fino alle coste ioniche: tutto sulla storia della canapa calabrese
Da sempre, la Calabria con il suo sole è una delle regioni con la maggiore produzione di prodotti legati alla terra come agrumi, pomodori e olive. Ma c’è un’altra produzione che caratterizza questa ricca zona, ovvero quella della canapa, una delle piante più antiche del mondo.
Coltivata da oltre 10 mila anni, per secoli le sue proprietà benefiche sono state utilizzate da diverse civiltà, dalla Cina all’antica Mesopotamia. Ha effetti rilassanti, è un ottimo antidolorifico ed è molto utilizzata anche in ambito cosmetico per via delle sue magnifiche capacità antiossidanti.
Il clima invidiabile sugli altipiani dell’Aspromonte e della Sila e la brezza marina dello Jonio, che soffia dolcemente sui terreni della Magna Grecia, conferiscono caratteristiche uniche alle piante di cannabis.
Vediamo, dunque, qual è la storia della canapa calabrese e quali sono gli usi di questa pianta millenaria.
Dalle origini all’arrivo in Italia…
Le piantagioni di cannabis accompagnano le attività umane da millenni, sin dalle antiche civiltà dell’Asia Centrale e del Medio Oriente. Lo stesso termine cannabis ha origine asiatica e proviene dall’aramaico kanna-bosm, come riporta l’Antico Testamento.
Il primo utilizzo della canapa a scopi terapeutici è attestato in India attorno al 1400 A.C. All’epoca oltre a essere un ottimo rimedio della medicina popolare, le piante di ganja venivano impiegate per pratiche meditative e cerimonie sacre.
La sua diffusione in Europa è arrivata soltanto a partire dal XVIII secolo, anche se la storia della canapa in Italia risale al 11.500 AC. Con i più antichi ritrovamenti attestanti l’esistenza della pianta.
L’Italia tra i maggiori produttori mondiali
A partire dal Medioevo, la canapa viene ampiamente sfruttata in ambito navale per produrre vele e corde: si stima che fino alla fine dell’Ottocento quasi il 90% delle vele presenti sulle imbarcazioni italiane fosse realizzato con fibre di canapa. Infatti, nel secolo scorso, l’Italia si afferma come uno dei più grossi produttori mondiali di cannabis, seconda soltanto alla Russia, con una produzione di circa 100.00 ettari.
Oltre all’industria tessile, la canapa è stata utilizzata per:
- La produzione di corde.
- La produzione di carta.
- La produzione di olio combustibile, ricavato dai semi.
- In ambito medico. È del 1909 un ricettario che prescrizioni di canapa per 43 malattie.
Inoltre, nel 1925 il governo italiano riconosce la canapa come “eccellenza destinata a emanciparci dal gravoso tributo che abbiamo ancora verso l’estero nel settore delle fibre tessili”.
… ma qual è la storia della canapa calabrese?
Negli anni d’oro della canapa italiana, la Calabria è stata una delle regioni più all’avanguardia nella produzione. Un curioso aneddoto lega la regione meridionale all’uso della cannabis per scopi terapeutici.
Nel 1887 il professor Raffaele Valieri, primario dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, pubblicò un trattato intitolato “Sulla canapa nostrana e suoi preparati in sostituzione della cannabis indica”. Nella prefazione si legge un ringraziamento al Conte Francesco Spinelli di Scalea per avergli concesso di installare sul retro dell’ospedale un Gabinetto d’Inalazione per le cure sperimentali a base di canapa. Da qui l’etimo del termine colloquiale “spinello”.
Grazie al clima mite e accogliente del territorio, in Calabria sono nate alcune varietà di cannabis molto apprezzate che hanno segnato la storia della canapa, come la Rossa Calabrese, che è considerata l’esemplare autoctono per eccellenza del nostro Paese. Nata dall’evoluzione di un’erba afghana naturalizzata in Calabria, si caratterizza per le vivaci sfumature rossastre dei suoi tricomi e un sapore piacevole con note agrumate e sentori di pino ed eucalipto.
Storia molto diversa, invece, quella che caratterizza una delle specie più conosciute nel panorama internazionale: la varietà Caramel. Quest’infiorescenza dal sapore dolciastro ha fatto un percorso più lungo e tortuoso: è arrivata in Europa come importazione dalle foreste tropicali, ma furono i portoghesi a portarla in Brasile. La leggenda vuole che i conquistadores la scoprirono secoli prima in Calabria, su una rotta che doveva condurli in Nordafrica.
La canapa calabrese oggi
L’avvento di fibre artificiali, e delle leggi proibizioniste, ha limitato la coltivazione di questa pianta miracolosa. Oggi, l’Italia ha perso un prezioso primato che sta cercando di recuperare: infatti, secondo uno studio di Coldiretti, dal 2013 al 2018 l’industria della canapa ha registrato un notevole impulso, passando dai 400 ai 4000 ettari di terreno dedicato a tale coltura. Grazie alla legge 242 del 2012 il commercio della cannabis light è divenuto legale e ciò ha favorito l’iniziativa imprenditoriale di giovani agronomi, specie nelle regioni del Sud Italia.
Noi di The Traditional CBD vogliamo riscoprire quest’antica tradizione, propria della nostra terra, la Calabria. Consultando il nostro catalogo, troverai le migliori infiorescenze calabresi, 100% naturali che si rifanno all’antica storia della canapa: la varietà Strawberry, la tipica Calabrisella o la sopracitata Caramel.
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